TRA LE RISATE IL TRIONFO DELLA TRISTEZZA
Siete fermi su un marciapiede, guardate la strada. Piove ininterrottamente e sentite i vostri piedi ristagnare in una piccola pozzanghera che vi si è formata dentro le scarpe. Sentite freddo, tutto attorno è grigio. Non avete neanche l’ombrello, eppure non riuscite a spostarvi da lì, come se una forza irresistibile vi immobilizzasse. Ripensate a questo momento. Si può trarre un’insolita sensazione di calore e di benessere da un ricordo del genere, non è così? Eppure è un pensiero triste.
E’ Inside Out, il nuovo film di animazione della Disney- Pixar, che ci insegna l’indispensabilità di ogni singola emozione per restare in equilibrio. Nella testa di Riley, la giovanissima protagonista di 11 anni del film, si affollano dei buffi personaggi che gestiscono le sue azioni e che dipingono i suoi ricordi di tonalità di colore diverse prima di conservarli: rosso per la rabbia, viola per la paura, verde per il disgusto, e un luminoso giallo oro per la gioia.
Dietro queste 4 emozioni, che si alternano armonicamente ben consapevoli dell’importanza del ruolo di ciascuna, ce n’è un’altra che viene tenuta in disparte e a cui viene intimato di non toccare niente. La Tristezza, goffa, con gli occhiali e un maglioncino di lana a collo alto, non può fare a meno di colorare ogni tanto un ricordo di blu per poi chiedere subito scusa. Immediatamente viene allontanata dagli altri e soprattutto dalla sua nemesi, la gioia, che con atteggiamento insofferente la invita a stare entro il confine di una piccola circonferenza disegnata col gesso attorno a lei. La tristezza naturalmente non reagisce neanche, coerente al mood che le è proprio, e rimane in disparte a studiare noiosissimi volumi sul funzionamento del cervello.
Quando si vede qualcuno triste, immediatamente si pensa a come poter rimediare per renderlo felice. Eppure, nel film come nella vita, i momenti di tristezza possono essere fonte di acute riflessioni o addirittura il preludio di un successivo momento di gioia. La causa di quell’abbraccio che riceviamo dalle persone care proprio perché ci hanno visto tristi.
Ancora una volta la Disney sorprende con una morale affatto banale, che segna il trionfo della tristezza quale personaggio più intelligente e dal ruolo fondamentale nella storia. E lo fa partendo dal cervello di una bambina, mostrando a quali conseguenze disastrose può portare la repressione di questo importante sentimento nell’età che deve essere necessariamente felice.
Un piccolo excursus nella mente della mamma, mostra come col tempo,nel cervello di una donna, l’introspettiva Tristezza acquisti il ruolo di leader tra le altre emozioni. E forse non è un caso che invece nel cervello del papà tale ruolo fosse occupato dall’irragionevole Rabbia.