TRA LE NOTE DI CULTURE DIVERSE IL PROGETTO DEI SOUSAPHONIX DI OTTOLINI
Si chiama Orchestra della società senza pensieri, il nuovo progetto dei Sousaphonix di Mauro Ottolini, presentato in prima nazionale il 2 luglio a Sandrà, nel secondo concerto della rassegna “Note In Villa 2015”. Il parco della Villa Gorgognoni-Tommasi era gremito ed ha accolto con calore uno dei massimi jazzisti italiani e una delle formazioni più entusiasmanti, dove il jazz –troppo spesso visto come una musica difficile e intellettuale- ritrova la sua dimensione gioiosa e appassionante, mischiandosi con molti stimoli, dal rock alle musiche popolari di mezzo mondo.
Sarebbe troppo lungo spiegare nei dettagli il nuovo progetto, emerso dalla vulcanica fantasia di “Otto” e della cantante Vanessa Tagliabue Yorke: in sintesi è un viaggio musicale nelle culture di mezzo mondo partito da una sbiadita fotografia degli anni venti, che raffigurava un’orchestra con quel nome operante in Trentino.
Com’è usuale nei progetti dei Sousaphonix (l’ultimo era il premiatissimo “Bix Factor”), una meticolosa ricerca nelle musiche del passato viene rivestita da tumultuosi arrangiamenti ricchi di colore e sorprese di ogni tipo. L’organico strumentale comprende alcuni dei massimi jazzmen italiani, più lo straordinario sassofonista americano Dan Kinzelman, ed è arricchito dai cantanti Vincenzo Vasi, Vanessa Tagliabue Yorke e Stephanie Ocean Ghizzoni. Dotati di stili e temperamente diversi, hanno ottenuto particolari consensi: ricordiamo Vasi nell’interpretazione di What Else You Can Do With A Drum, Vanessa in Sirt El Hob della egiziana Oum Kalthoum e Libertação di Amalia Rodrigues, Stephanie in Indian Red .
Grazie al bell’arrangiamento, alla voce possente e al temperamento esuberante della Ghizzoni, è stato questo uno dei momenti più coinvolgenti della serata. Altro episodio memorabile del nuovo progetto è il voluttuoso Chubanga, che rievoca con ironia l’immaginario ottocentesco dell’Africa Nera, condito di stereotipi e semplificazioni. L’irrefrenabile estro creativo di Ottolini ha colpito ancora, in un progetto tanto spettacolare quanto ricercato. Complimenti!