50 sfumature di grigio: ragioni di un successo
Sono andata a vedere 50 sfumature di grigio.
Adesso che l’ho visto posso dire che questo film è stato enormemente (mi direte: ma si sapeva) sopravvalutato. La cosa che mi ha stupita però è come sia stato sopravvalutato anche in negativo.
Ero andata a vederlo armata del peggiore senso critico a sfondo femminista, perché pensavo che mi sarei trovata davanti ad una storia in cui il corpo femminile sarebbe stato mortificato e svilito per il vezzo di un uomo sadico e destabilizzante. Invece mi sono ritrovata davanti il solito filmetto melenso, dalla trama banale e mutuata da miliardi di film diversi e assolutamente privo di ogni connotazione psicologica dei personaggi.
Questo mister Grey è in realtà il fidanzato perfetto: è bellissimo, è spaventosamente ricco,ti ricopre di regali costosi, è geloso in quel modo che fa piacere vedere solo al cinema, ha una leggera tendenza allo stalking, nel senso che sa dove sei senza che tu gliel’abbia detto e ti piomba lì all’improvviso, cosa che lusinga diverse ragazze.
La ciliegina sulla torta è che ha avuto un’infanzia difficile, che l’ha segnato e l’ha reso emotivamente arido ed inarrivabile e quindi la protagonista riesce nel sogno di ogni donna, ovvero farsi amare e salvarlo. L’unica pecca di mister Grey è di essere un vampiro, ops pardon ho confuso il film, volevo dire che è questa strana passione per il sadomaso che lo porta ad avere a casa un arsenale di fruste, manette, sciabole, corde ecc ecc …
La cosa veramente interessante di questo film non è il film in sé, e non sono neanche le scene di sesso che magari qualcuno sperava di trovare istruttive. La cosa interessante è il successo che questo film ha avuto.
Ero andata a vederlo con un pensiero inquietante, mi chiedevo “com’è che oggi che si sente tanto parlare di violenza sulle donne, può scoppiare questa passione per una storia così?”. Quando sono uscita il pensiero inquietante è diventato ancora più inquietante: non è che le donne amino il sadomaso,è che possono trovare affascinante l’idea di essere legate come salami e frustate se gli si prospetta una ricompensa fatta di romanticismo e regali costosi”.
Nella realtà però gli uomini che possiedono una “sala dei giochi”, non sono ricchi, bellissimi e ,fuori da quella stanza,così dolci.Le donne che si prestano a questo tipo di attività però sono come la protagonista di questa storia: anonime, non bellissime, insicure, fragili. Non può non tornare alla mente il caso di quella ragazza di Milano che, plagiata dal suo compagno, ha tirato l’acido addosso al suo ex ragazzo e ad altre due persone.
Adesso è in carcere e dice che rifarebbe tutto, sul corpo porta i segni di quella storia di non amore devastante: un bambino che le cresce in grembo, una “A” incisa sulla guancia con un coltello e un tatuaggio con la scritta “Alexander” sul cuore. Nel suo cellulare un messaggio di lui “Sei così racchietta eppure mi hai fatto innamorare testa e pisello”.
Quando si parla di rapporti ed entrano in ballo le fragilità, il rispetto, la propria libertà, non esistono le “sfumature di grigio” esiste solo un baratro privo di luce talmente denso che lo si taglia con un coltello. La protagonista del film continua ad avere amici, va a trovare sua madre, si laurea.
E’ un film. Nella vita vera quel tipo di dominazione non si limita alla camera da letto. Sarebbe un peccato se qualche donna fragile colpita dal libro o dal film volesse lanciarsi in un’avventura simile, perché di sicuro non troverebbe mister Grey.