GLI SPORT MINORI INNESTANO IL TURBO MENTRE IL CALCIO BALBETTA.
Winston Churchill, già parecchi anni fa, sosteneva che gli italiani perdessero le guerre come fossero partite di calcio, e le partite di calcio come fossero guerre. In Italia lo sport più seguito è certamente il calcio la cui configurazione va al di là di un semplice divertissement.Ormai è diventato un ambito dove si sfogano tensioni sociali e dove spesso emergono comportamenti violenti. Nell’ultimo week end non si può certo dire che abbia regalato grandi emozioni, solo due scialbi pareggi con avversari non irresistibili come la Bulgaria e l’Inghilterra in pieno ricambio generazionale. Risultati ben più soddisfacenti sono arrivati invece dai cosiddetti sport minori. I motori in particolare hanno vissuto una
domenica trionfale, con la Ferrari di Vettel che è finalmente tornata alla vittoria in Malesia dopo quasi 2 anni dall’ultima volta, e la MotoGP che in Qatar ha visto sventolare sul podio solo bandiere tricolori, rappresentate dall’eterno Valentino Rossi e da due Ducati guidate dai giovani Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. Anche il ciclismo, dopo il successo della scorsa estate di Vincenzo Nibali al Tour de France, ha visto un altro veterano come Luca Paolini conquistare una durissima classica del nord come la Gand-Wavelgem. Tutti successi che contribuiscono a rafforzare l’immagine nazionale che arrivano in discipline secondarie ma da sempre prodighe di soddisfazioni. Il calcio invece, dopo un paio di exploit piuttosto inaspettati, latita ormai da anni tra risultati deludenti, vivai sempre meno valorizzati, scandali sempre più clamorosi e spesso grotteschi. Una classe dirigente non sempre all’altezza del proprio ruolo, spesso e volentieri paralizzata da infinite polemiche, se non sconvolta da episodi poco edificanti o addirittura criminosi .