UN PERMESSO UMANITARIO PER I PROFUGHI. TOSI INVITA I SINDACI A SOLLECITARE GOVERNO E REGIONE
PROFUGHI. TOSI: «GOVERNO CONCEDA PERMESSO UMANITARIO PER FARLI CIRCOLARE IN EUROPA: L’ITALIA NON SARA’ PIU’ SOLA. DEMAGOGIA E BUONISMO NON SERVONO». PRESENTATA UNA MOZIONE AI SINDACI.
«Il Governo, senza bisogno dell’assenso da parte dell’Ue, può concedere
il permesso umanitario per la libera circolazione in Europa a tutti i
profughi che sbarcano in Italia. Renzi deve avere il coraggio di
adottare questa soluzione. Noi, senza demagogia – ma con concretezza e
buon senso – la proponiamo da più di due mesi». Lo ha detto il sindaco
di Verona, Flavio Tosi, nel corso della conferenza stampa a Torreglia (Padova). Erano presenti anche il deputato Roberto
Caon, il consigliere regionale veneto Maurizio Conte (Lista Tosi),
Domenico Menorello (Area Popolare) e numerosi amministratori locali.
Durante l’incontro con i giornalisti è stata presentata una mozione
rivolta a tutti i Comuni veneti per chiedere ai rispettivi Sindaci e
Consigli comunali di impegnarsi a trasmettere alla Regione e al Governo
centrale alcune prese di posizioni in tema di immigrazione. Tra le
quali: la richiesta della concessione ai profughi di un permesso
umanitario per la libera circolazione in Europa, così che non debba più
essere soltanto l’Italia a farsi carico dell’emergenza; la
predisposizione di un fondo europeo/statale per i rimpatri; il rifiuto
di mettere a disposizione per l’accoglienza strutture di proprietà di
enti regionali, provinciali e comunali; l’istituzione di lavori
socialmente utili da far svolgere gratuitamente ai profughi già ospitati
dalle comunità. «Se tu non concedi il permesso umanitario per paura che
l’Europa si arrabbi con l’Italia, come ci ha detto ieri il prefetto
Mario Morcone» ha aggiunto Tosi «il problema non si risolverà mai,
perché l’Europa se ne frega di noi. Per frenare l’emergenza, lo
ribadisco» ha sottolineato il sindaco di Verona «bisogna dare stabilità
alla Libia, altrimenti continueranno ad arrivare migliaia di persone.
Tentare di tamponare l’emergenza, smistando gli immigrati un po’ di qua
e un po’ di là, non può risolvere il problema alla radice».