TRA CONTI E SIRTAKI IL VIRUS DELLA POLITICA SCUOTE LA RIGIDA EUROPA.
Il virus greco del no adesso insidia la granitica Europa delle regole. La Grecia potrà continuare a restare in Europa o potrà uscire dall’ Euro , certamente da oggi non sarà più come ieri. Il referendum greco diventa adesso il punto di riferimento delle insofferenze che l’applicazione rigida di misure predisposte dal direttorio europeo ha generato in vari stati che formano l’agglomerato europeo. E’ un dito puntato contro il fallimento di un’Europa che non ha saputo darsi una dimensione politica. Se da una parte c’è il popolo greco dall’altra non c’è il popolo europeo, perchè non esiste in quanto tale. Dall’altra parte c’è la troika, ci sono la Merkel e Hollande che devono decidere il da farsi.E poi ci sono altri stati , come l’Italia che stanno a guardare in attesa degli eventi. Si perchè a condividere l’iniziativa greca c’è una parte d’Italia consistente che non ha mai accettato i diktat tedeschi. Per essere annoverati nel club europeo, ci siamo trincerati dietro una serie di riforme rappezzate in qualche modo alla meno peggio, manifestamente apprezzate dalla Merkel alla quale non frega assolutamente nulla delle nostre decisioni interne. Apprezzate solo per un sostegno al premier Renzi in cambio della sua incondizionata accondiscendenza. Il Mediterraneo è stato da sempre culla di civiltà. Ha partorito la democrazia e anche se non è stato particolarmente orientato alla produttività si è posto sempre di definire una qualità dell’esistenza.Tutto ciò non si concilia con i panzer teutonici che continuano ad ostentare la loro voglia di predominio sulla base di un esercizio muscolare, imponendo rapporti forza legati alla loro grande capacità produttiva e alla loro scarsa attenzione ad una dimensione più articolata dell’esistenza. Potrebbe essere un buon mix se i mediterranei diventassero più produttivi e gli europei del nord meno intransigenti e più orientati a vivere nel senso pieno della parola. Ma fino a quando ciò non succederà avremo i tedeschi con il libro dei conti in mano e i Greci in piazza a danzare il sirtaki.