SOTTO UN MANTO DI STELLE ROMA BELLA M’APPARE
di Luigi Oliveri
Il Movimento 5 Stelle a Roma sta iniziando a fare concretamente i conti con la realtà. Questo era inevitabile, perché prima o poi la realtà viene a presentare il conto, sempre.
Dunque, la debolezza di un impianto organizzativo basato su un sindaco che strizza l’occhio alla destra, e la restante parte del partito, a sua volta distinta in direttori e direttorini, che chiama soggetti terzi esterni a “commissariale” in parte l’operato del sindaco, emerge d’improvviso.
Era chiaro che il Movimento a Roma non avrebbe potuto fare miracoli e che i rischi di inciampo, in un ente provato da decenni di mal governo, erano fortissimi.
La cosa non può non far notizia e non campeggiare sui media. Giusto, dunque, approfondire i temi ed elaborare inchieste ed articolasse sul tema, anche perché M5S non ha mai lesinato critiche anche pesantissime contro chiunque governi in qualsiasi sede: doveva aspettarsi la reazione della stampa e dei partiti, di stampo eguale e contrario.
Tuttavia, sarebbe utile che i media traessero lo spunto del comune di Roma per chiedersi se anche da altre parti avvengono dimissioni di assessori per dissapori interni, o vi sono incarichi e nomine non del tutto lineari e non apprezzatissime dall’Anac, piuttosto che da Tar o Corte dei conti.
Si scoprirebbe, allora, che incarichi a persone incompatibili, oppure nomine come segretari particolari dei sindaci a persone con la terza media ma pagate come qualificatissimi dirigenti, poltrone da direttore generale a politici trombati come risarcimenti per la mancata elezione, posti in cda di società partecipate a politici che non hanno trovato posto nelle liste elettorali, sono all’ordine del giorno.
Questo, ovviamente, non per offuscare la quanto avviene a Roma, bensì allo scopo di stigmatizzare a Roma come ovunque stili e modelli di governo fallimentari, che hanno certamente contribuito a portarci dentro i problemi che da cittadini viviamo ogni giorno.