ROMA NEL CAOS “E LE STELLE STANNO A GUARDARE “
di Luigi Oliveri
Le dimissioni dell’assessore Muraro dovrebbero essere immediate e corredate da scuse e spiegazioni. Non possono esservi alternative, né misure di altra natura.
Il Movimento 5 Stelle predica da anni la trasparenza assoluta e l’obbligo per qualsiasi amministratore, in particolare se aderente al movimento stesso, di essere integerrimo. I giornali hanno descritto molte volte come nelle “selezioni” del personale politico e dirigente, il movimento stia molto attento a chiedere la situazione penale e a pretendere assoluta trasparenza.
Basti ricordare che il sindaco di Parma è stato nei fatti quasi messo alla porta per non aver fatto sapere ai vertici di M5S dell’avviso di garanzia ricevuto per le nomine al Teatro Regio.
Ora, dalle dichiarazioni rese dall’interessata alla commissione ecomafie, si è appreso che la Murato era a conoscenza di essere iscritta nel registro degli indagati sin dall’aprile del 2016, molto prima di essere nominata assessore e che il sindaco Raggi ne era al corrente.
La Muraro appare convintissima che l’indagine penale che la riguardi sia una bolla di sapone e di non aver commesso nulla di grave.
In effetti, finchè non vi sia una sentenza definitiva, vale sempre la Costituzione e, dunque, la presunzione di non colpevolezza.
Ma, non è questo il punto. La Muraro ha per oltre due mesi ostinatamente negato a tutti i giornali, che pur evidentemente avevano sentore della sua situazione penale, di essere coinvolta in procedimenti penali, mentre questo non era vero.
La cosa è di per sé intollerabile; se proviene, poi, da un assessore del comune di Roma, governato dal Movimento 5 Stelle che ha fatto in questi anni campagne ossessive sulla trasparenza e l’irreprensibilità degli amministratori, la cosa è doppiamente insopportabile.
Per quanto la Muraro sia considerata una dei più grandi esperti in tema di rifiuti, il sindaco Raggi aveva mille motivi per attribuire l’incarico di assessore a qualcun altro. Sia perché non è immaginabile l’assenza assoluta di altri soggetti competenti come la Muraro, sia perché effettivamente il ruolo di collaboratrice dell’Ama da essa rivestito in passato sconsigliava di certo la scelta. Tanto più la nomina era assolutamente contrastante con ogni logica e principio del Movimento, visto che il sindaco Raggi sapeva, e la stessa Muraro sapeva, della situazione.
Resta inspiegabile, comunque, l’atteggiamento del neo sindaco di Roma. Contava, forse, sulla fortuna e che la notizia non sarebbe mai emersa? E questa sarebbe trasparenza? Oppure, sarebbe capacità di amministrare come “cittadina” tra cittadini?