O con me o contro di me. La politica non conosce più la mediazione.
Tra spaccature e riposizionamenti boccheggia una democrazia stentata. Leaders inebriati dai risultati dei sondaggi e non ancora dai voti ostentano muscoli e arroganza. La terminologia politica ormai si è arricchita di nuovi vocaboli : ” che fai mi cacci?” disse Fini a Berlusconi. Da allora tutti come Gesù nel tempio a scacciare gli infedeli. Fuori dalle scatole i grillini disobbedienti e fuori dalla Lega l’eretico Tosi che con la sua moderazione offusca l’immagine del segretario Salvini che più che un segretario federale ormai è diventato “Il Federale”. Meno appariscenti le espulsioni renziane, senza scudiscio ma con una efficace tisana rilassante alquanto rasserenante. “Altrimenti elezioni e tutti a casa” è quello che va dicendo Verdini dopo che Berlusconi ha annunciato il voto contro al governo sulle riforme.E così come se non bastasse Fitto con i suoi “Ricostruttori” a minare l’unità di Forza Italia c’è il toscano Verdini che cerca supporto per il suo corregionale Renzi. Supporto necessario visti i dissidi con la minoranza del partito democratico che a questo punto potrebbe affiancarsi a Berlusconi e votare contro sulle riforme. Sarebbe un patto con il diavolo in alternativa a quello del Nazareno che proporrebbe un Berlusconi double face. Tanto vituperato il cambiamento di Scilipoti, tanto giustificato quello dei parlamentari di Scelta Civica, in fondo è stato un cambio di casacca all’interno della stessa maggioranza. Chi si trova in mezzo ai due schieramenti è il partito di Alfano, il cosiddetto Nuovo Centro Destra che condivide il governo di Centro Sinistra di Renzi pur affermando la sua vocazione all’opposizione. Contraddizioni che non sono certo una novità, abbiamo già avuto partiti di lotta e di governo e ministri scesi in piazza a manifestare contro il governo di cui facevano parte. Il quadro si fa sempre più confuso per un elettore che probabilmente alle prossime elezioni ancora una volta potrà solo ratificare le scelte del segretario del suo partito. Una politica che ormai si parla addosso e che come nella Torre di Babele nessuno capisce più le ragioni dell’altro.