NESSUN REATO NEANCHE IN SENSO LATO SENZA LEGGE. L’HASHTAG DEL SOTTOSEGRETARIO SUSCITA IRONIA
Imperversa ancora in questi giorni su twitter e sui media in generale la polemica sulle dichiarazioni di Francesca Barracciu, sottosegretario alla cultura, in merito all’assemblea tenuta dai lavoratori del Colosseo.
La Barracciu, tra gli esponenti del Governo più lesti e determinati a soffiare sul fuoco per convincere l’opinione pubblica di illegittimità varie cagionate dai lavoratori, nonostante l’assemblea fosse regolarmente autorizzata, e per preparare il terreno al decreto urgente adottato dal Consiglio dei ministri per qualificare i servizi museali “di interesse generale” non ha esitato a scrivere su twitter: “Ass sindacale che danneggia centinaia di turisti paganti che dedicano 1 giorno di ferie al #Colosseo e decine di guide turistiche è 1 reato”. Per poi, a seguito di interlocuzioni di molti frequentatori del social network, precisare che si tratta di “reato in senso lato”.
Non staremo qui ad aggregarci alle moltissime ironie connesse all’hashtag immediatamente proposto #reatoinsensolato. Tuttavia, l’uscita di un sottosegretario di Stato merita un commento di sistema attento e non ironico.
Ciò che non può non preoccupare da una dichiarazione è il timore che essa possa essere una voce dal sen fuggita, rivelatrice di un’idea davvero autoritaria e pre-moderna di ciò che è lo Stato di diritto, almeno dalla rivoluzione francese in poi.
La dichiarazione della Barracciu è in insanabile e violento contrasto con quanto dispone l’articolo 1 del Codice penale: “Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite”, norma specificata poi dal successivo articolo 2, secondo il quale la legge che prevede il fatto come reato deve essere sempre antecedente alla sua commissione.
Si tratta di disposizioni di civiltà giuridica, il cui scopo fondamentale è chiarissimo: evitare che l’autorità governativa possa perseguitare i cittadini, imputandoli di aver commesso dei reati, se questi non sono qualificati come tali dalla legge, prodotto non dell’attività di governo, ma del parlamento, quale espressione massima del popolo che rappresenta.
Il Codice penale, insomma, vuole impedire che i reati divengano strumento di intimidazione e pressione, potendo essere creati “sul momento” e “ad arte” per colpire una singola persona o intere categorie, ed utilizzare l’azione giudiziaria come strumento non per garantire la giustizia, ma arma contro qualsiasi opposizione o minoranza o soggetto comunque ritenuto “scomodo”.
Questa accezione delle fondamentali disposizioni il Codice penale la trae dalle esperienze delle leggi penali succedutesi in Europa a seguito della chiara necessità di separare i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma è sin dalla culla del diritto, l’ordinamento giuridico di Roma antica, che vige il principio “nullum crimen, nulla poena sine lege”: cioè non può essere prevista nessuna azione come crimine, né alcuna sanzione come pena, in assenza di una legge che disciplini ciò.
Potrebbero apparire, queste, nozioni tecniche proprie di chi disponga di una cultura giuridica approfondita. Ma non è così. Questi sono principi basilari del diritto, oggetto dell’insegnamento di educazione civica in tutte le scuole: dunque, si tratta di cognizioni alla portata di ogni cittadino.
Tanto più queste basilari nozioni debbono essere conosciute, a prescindere dal percorso di studi svolto, da chi si assuma l’onore e l’onere di svolgere attività all’interno del Governo della Nazione, come il sottosegretario Barracciu. Per governare il minimo che si richieda è la conoscenza delle regole fondamentali ed inviolabili, poste a regolare l’ordinamento.
L’esercizio delle prerogative sindacali, dallo sciopero all’assemblea, non è previsto come reato da nessuna legge.
Lo sciopero era stato previsto come reato nell’Italia post-unitaria ed ancora fortemente reazionaria fino al 1889. La fattispecie di sciopero come reato, superata dal Codice Zanardelli, venne reintrodotta dal fascismo.
Ora, nulla lascia pensare che la Barracciu ed il Governo intendano riportare le lancette dell’orologio alla fine dell’800 o introdurre il fascismo. Tuttavia, la voce dal sen fuggita esprime più che una carenza di cognizioni di diritto, un’idea sommaria di esso e, quel che è più grave, un’idea molto reazionaria del modo di governare.