IL PENSIERO BREVE OMOLOGA AL CAPO.UNA NUOVA ARTICOLAZIONE DEMOCRATICA PUO’ SALVARE IL PAESE.
“Parla come mangi”. E’ la tendenza che caratterizza oggi la politica. La semplificazione in slogan del pensiero sembra oggi soddisfare un cittadino sempre più disorientato e in crisi che cerca di scaricare tutto su chi vive comunque una condizione di debolezza. E così nessuno riflette più sulla condizione del paese ma ci si limita ad inveire contro qualcuno o qualcosa. E’ questa la logica che porta Salvini ad usare espressioni come “radiamo al suolo i campi rom” che tanto inquietano la presidente della Camera Boldrini. E tra batti e ribatti si consuma una dinamica politica imperniata sulla semplificazione,come se ad affliggere l’Italia fossero i Rom senza i quali il nostro futuro sarebbe splendido. Su ogni cosa ormai c’è uno slogan,dilaga il pensiero breve che si esaurisce in una frase e che non consente alcun collegamento coordinato che porti ad una analisi del sistema. Eppure l’Italia è sempre stato un paese di cultura, abbiamo una grande tradizione che dovrebbe portarci a riflessioni e considerazioni più profonde. Ci si limita invece ad inveire,l’un contro l’altro armati. Al pensiero breve corrisponde una disinvoltura dell’agire senza contemplare alcuna forma di dissenso e imponendo quindi un consenso forzato senza il quale scatta l’allontanamento. La diversità ormai non è più contemplata e appartenere al gruppo vuol dire essere omologati al pensiero del capo. Così scattano le “cacciate” come direbbe Fini nei confronti di coloro che vorrebbero esprimere opinioni diverse. Il dissenso delle minoranze all’interno dei partiti ormai viene vissuto come sofferenza, il capo non vuole voci critiche, il partito lo si vorrebbe configurare come un blocco granitico senza alcuna articolazione democratica. E qualcuno parla di deriva democratica. C’è evidente una sintomatologia riconducibile ad un paese profondamente malato, dove si grida contro la corruzione e si ignora che ciascuno nel suo piccolo ha dentro di se il germe della corruzione. Ormai il sistema così pieno di regole, non ha più una regola.Si vive nell’impegno di aggirare la legge e quindi vanificare l’ordine di cui qualunque sistema ha bisogno per reggersi. L’italia delle tante leggi ormai scivola verso il caos e solo un radicale cambiamento delle coscienze e dell’agire collettivo potrà salvarci dalla disfatta che si intravede e che diventa sempre più vicina.