I lumbard all’ultima crociata per l’annessione del Veneto
Una volta erano le coalizioni a far la maggioranza, c’era addirittura il pentapartito. Una volta c’era la mediazione che rendeva possibili lo stare insieme di partiti diversi. Adesso c’è la monoleadership , niente più accordi, niente mediazioni ma solo dictat . Dinamiche che qualcuno interpreta come segnali di deriva autoritaria. Tanti condottieri in contesa assistiti da eserciti di diversa consistenza e potenzialità. Berlusconi , Renzi, Salvini, Grillo. Tutti determinati ad esercitare un potere assoluto, pronti a cacciare chi crea fastidi alla propria ascesa e quindi via con le espulsioni. Grillo ha cacciato i dissidenti, Berlusconi cacciò Fini, Renzi cacciò Letta dal governo, Salvini caccia Tosi dalla Lega. Un atteggiamento che li unisce nelle diversità. Ormai le campagne si fanno a colpi di slogan , quattro frasi ad effetto fanno già un programma elettorale. Riforme costituzionali fatte con disinvoltura e quindi male, una legge elettorale che dà ai leader un potere di nomina dei parlamentari. Elezioni regionali in Veneto con Salvini il lombardo che punta ad esercitare un dominio sulla Liga Veneta. Trova sulla sua strada Flavio Tosi, che della Liga è segretario, che invoca il rispetto dello statuto e rivendica l’autonomia dei veneti. Salvini sempre più lepeniano se ne frega sventola la bandiera di Zaia che definisce vincitore anche se come controparte si candidasse Gesù Bambino e liquida il sindaco. Viene voglia di dire non c’è più religione. Ormai non si punta più a conquistare il consenso degli elettori attraverso la convinzione, basta un linguaggio deciso , modulato sui toni alti,un atteggiamento arrogante e spregiudicato sventolando la bandiera della paura di una possibile invasione da parte dei clandestini. Ma ad evitare ciò ci pensa il federale, nel senso del segretario di un partito che una volta predicava il federalismo. Un blocco navale e li rimandiamo tutti a casa. In mezzo a condottieri di tal stazza Flavio Tosi si muove come un adolescente ingenuo che predica coerenza e pragmatismo e si impegna a spiegare. Una sorta di ultimo romantico circondato da un esercito di lupi. Ma forse è da lì che bisogna cominciare per cambiare l’Italia, da quell’ingenuità e coerenza che non appartiene più alla classe politica. Le invasioni dei clandestini possono rappresentare un problema , ma questi politici stanno rovinando il paese.