I due volti della Lega,tra ultimatum e ricatti.
Una Lega sempre più targata Salvini. Un leader sempre più personalizzante con tendenza alla determinazione ostentata. Parole d’ordine che invadono il mondo della comunicazione, frasi fatte che arrivano alla pancia dei cittadini. Un simbolo “Noi per Salvini” in edizione speciale per la conquista del sud. E’ il nuovo corso della Lega nord che abbandonate le prerogative secessioniste e federaliste punta adesso alla conquista del suolo patrio nel nome di Le Pen e del Duce. Un cambio di rotta non senza conseguenze,e non privo di contraccolpi. Il successo dei sondaggi ha inebriato il segretario portandolo ad una nuova postura supponente e ad una gestione della Lega molto personalizzata al punto tale da considerare ormai marginale l’autonomia sancita da statuto della Liga Veneta che con il suo segretario Flavio Tosi rivendica la decisione sulle liste e sulle alleanze. Salvini pone al centro Zaia candidato e vorrebbe chiudere ogni discussione. Deciso nei toni e sbrigativo nei metodi con buona pace delle procedure democratiche e di rispetto statutario, nomina un commissario ad acta e lancia ultimatum. I classici sette giorni per decidere . Restare dentro rinunciando alla Fondazione Ricostruiamo il Paese che conta già una sessantina di presidi in tutta Italia oppure andare via dalla Lega. Ma Tosi resiste e rilancia la sfida. Convoca il consiglio della Liga e definisce inaccettabile il commissariamento. Un braccio di ferro tra i due leader, Salvini non vuole prendersi la responsabilità dell’espulsione e Tosi non vuole essere quello che va via. Sullo sfondo l’ipotesi di una scissione e di una possiblie candidatura alla presidenza del sindaco di Verona con alleanze nel centro destra, che potrebbe mettere in discussione il successo di Zaia. Due anime nella Lega che ormai fanno fatica a coesistere. Lo spostamento all’estrema destra di Salvini rende poco compatibile la linea portata avanti da Tosi , più nazionalista e più moderata. Segno di una crisi politica e forse è l’inizio di un ridimensionamento dei partiti personali o personalizzati e la fine della smania di far presto comunque anche a discapito della qualità dell’agire.