CORROTTI E CORRUTTORI NON SONO UN CASO QUANDO FANNO SISTEMA.
Il sindaco,il politico, il funzionario, l’imprenditore, figure che una dopo l’altra emergono nel panorama della corruzione. Apparentemente episodi singoli con responsabilità individuali, ma la continuità con cui negli anni si ripetono lascia intravedere un vero e proprio sistema di corruzione. Tutti denunciano, chi è al governo annuncia misure speciali, si nominano commissari , ma continuiamo a portare il marchio di paese più corrotto d’Europa.La verità è che la tendenza a corrompere e ad essere corrotti è abbastanza comune , quello che fa la differenza è l’entità. E’ la somma che fa il totale diceva Totò e certamente chi cade nella corruzione per 50 euro non può essere considerato alla stessa stregua di chi corrompe o si fa corrompere per milioni di euro. La logica però è la stessa alla base ci sta un non rispetto della legalità che poi si traduce nel silenzio e nell’indifferenza di fronte a casi macroscopici di corruzione. Ciascuno nel suo piccolo ha qualche piccolo scheletro che magari tiene nel comodino se non nell’armadio. Iniziative anticorruzione vengono messe in atto da movimenti, partiti associazioni che si caratterizzano per il loro impegno etico, ma a volte il germe della corruzione matura proprio al loro interno. Non dimentichiamoci di Roberto Helg presidente della Camera di Commercio e vice presidente della Gesap di Palermo che esercitava la doppia funzione , in prima fila nella lotta contro gli estorsori e poi beccato in flagranza mentre intascava la mazzetta di centomila euro. Un problema atavico che ci portiamo dietro da decenni senza essere mai riusciti a debellarlo. La trasparenza , la correttezza non sono nel nostro bagaglio culturale. Pure i partiti che si fregiano dell’iniziativa delle primarie, devono fare i conti con chi pur essendo di altra appartenenza politica si fa eleggere nelle loro liste e con chi vince le primarie non essendo candidabile.In molte zone del paese, specialmente nel meridione il tasso di democrazia è affidato ai capipolo,cioè a personaggi che hanno il controllo di pacchetti di voti che diventano oggetto di trattative. Spesso contribuiscono concretamente all’elezione di politici che a questo sistema dovranno poi rendere conto.