COMMISSIONE ANTIMAFIA A VERONA:POLEMICHE E CLAMORE MEDIATICO.
Non si capisce se la Commissione parlamentare antimafia in visita a Verona abbia “suggerito” al prefetto di rivalutare la richiesta di una commissione d’accesso agli atti del comune o lo abbia decisamente ” richiesto”. Tra suggerire e richiedere c’è una certa differenza.Se la commissione avesse individuato degli elementi significativi che lasciassero intravedere infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale, penso avrebbe dovuto richiedere con forza forme di intervento urgenti. Pare invece che il suggerimento scaturirebbe da valutazioni più generali di tipo preventivo , basate sulla considerazione che dove c’è ricchezza ci può essere la mafia e da valutazione sui risultati dell’inchiesta Aemilia. Una considerazione consegnata alla prefettura e al comitato per la sicurezza che potrebbe suonare come un richiamo per non essere stati incisivi nell’azione di controllo. Già nello scorso anno tra l’altro era stata avanzata la richiesta da parte di un parlamentare veronese di una verifica ministeriale su eventuali infiltrazioni mafiose . Evidentemente non si evidenziarono elementi di rilievo, se non vennero presi provvedimenti. Confusa risulterebbe poi l’azione comunicativa della commissione , una dichiarazione perentoria sarebbe stata fornita all’Ansa dal vice presidente della commissione che avrebbe accusato gli organi preposti di sottovalutazione ,prima ancora della conferenza stampa della presidente. A seguire poi la presa di posizione di un componente della commissione che ha addirittura negato che la commissione si sia occupata di ciò, con la precisazione poi che il senatore sarebbe andato via prima della conclusione dei lavori e con l’insinuazione che si sarebbe approfittato della sua assenza. Una dinamica che certamente offusca l’azione di un organismo istituzionale con la trasformazione in un fatto mediatico di un problema che dovrebbe essere considerato nella sua serietà e possibilmente evitando il clamore polemico . Una formulazione di ipotesi che ha indotto il sindaco Tosi a rievocare la macchina del fango già denunciata con la vicenda Report.Tutto questo quando è già in atto , anche se non ufficialmente , una campagna elettorale in Veneto che sempre più assume una valenza politica nazionale.Per i cittadini certamente un ulteriore esempio di scarsa trasparenza , di litigiosità della politica che aumenta il tasso di confusione , riducendo quindi la possibilità di una partecipazione democratica.