CHI E’ SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA E SI CHIEDONO LE DIMISSIONI PER IL SINDACO GRILLINO.
Il sindaco di Quarto deve dimettersi? Sarebbe proprio meglio di sì, considerando che i fatti emersi in questi giorni confermano in modo abbastanza univoco che quanto meno il tentativo di infiltrazione all’interno del comune c’è stato.
Ma, il punto vero della vicenda dell’amministrazione comunale campana recentemente passata sotto il governo del Movimento 5 Stelle, non è la piuttosto scontata necessità che il sindaco si dimetta.
Le reali questioni sono due. La prima, è l’inspiegabile iniziale tentennamento del Movimento a prendere atto che era il caso di chiudere baracca e burattini, non fosse altro che per coerenza con la propria posizione. Quando si vuol dimostrare assoluta ed incontrattabile intransigenza nei riguardi della politica pulita, della corruzione, della trasparenza, della lotta contro le infiltrazioni criminali, non può essere consolatorio né sufficiente affermare che gli 800 voti del consigliere implicato nella camorra non sono stati decisivi per l’elezione del sindaco di Quarto e per la sopravvivenza della maggioranza. L’intransigenza impone coerenza.
Forse, il caso di Quarto potrebbe essere utile al Movimento 5 Stelle, perché finalmente comprenda che determinati obiettivi politici è giusto siano perseguiti con forza, ma l’intransigenza assoluta è controproducente, propria di un modo di pensare non laico, ma confessionale, esattamente quel modo di pensare che ha fatto per mesi degli “scontrini” il tema principale della politica e che, per altro, aperto la strada alla “rottamazione”, cioè a chi avesse avuto la forza politica e partitica, oltre che mediatica, di acquisire il potere, proprio cavalcando l’onda, anche se poi, alla fine, della rottamazione, della trasparenza, della lotta alle infiltrazioni nella politica sono rimaste quasi solo le parole.
La seconda questione, sempre legata alla coerenza, riguarda gli altri partiti e, soprattutto, quello che ha la maggioranza relativa in Parlamento. Giustissimo che spinga per le dimissioni del sindaco di Quarto. Tuttavia, la fame di giustizia e di correttezza e rettitudine amministrativa condivisibilmente evidenziata è strano che non sia stata mostrata con altrettanta forza e decisione nei tanti, troppi, altri casi che hanno coinvolto esponenti di quel medesimo partito nelle amministrazioni locali.
Appare evidente la voglia di tutti i partiti contrapposti a M5S (causata certamente dagli stessi comportamenti del Movimento) di dimostrare che tutti sono uguali e che le “magagne” sono dappertutto.
Proprio per questo, appaiono particolarmente gravi due elementi. Da un lato, la sottovalutazione della circostanza da parte della dirigenza del Movimento di Grillo. Dall’altro, l’attenzione spasmodica della stampa, che ancora una volta mostra di essere totalmente manovrata, dal momento che sta trattando il caso comunque legato ad un piccolo comune di una ristretta realtà e comunque caratterizzato da un’espulsione del consigliere implicato che ha preceduto l’iniziativa giudiziaria, come si trattasse di qualcosa di grave quanto e più di inchieste come, ad esempio, Mafia capitale. Che proprio negli stessi giorni dell’esplosione del caso di Quarto ha visto i primi arresti di componenti della giunta Marino.
La quale, è bene ricordare, per altro, purtroppo non è caduta per i fatti deplorevoli di Mafia capitale, ma, proprio per gli “scontrini” del sindaco.
E’ piuttosto evidente, a questo punto, che nel dibattito politico più di una cosa non vada.