SEGNALI DI CRESCITA PER L’ECONOMIA DEL VENETO.IL TREND POTREBBE CONTINUARE NEL PROSSIMO SEMESTRE
Presentato all’Universita’ di Verona il rapporto della Banca d’Italia sull’economia del Veneto
Nel 2014 l’attività economica del Veneto ha mostrato una stabilizzazione dopo il calo del biennio precedente. I segnali favorevoli si sono intensificati nella parte finale dell’anno e i più recenti indicatori congiunturali segnalano che la crescita è proseguita nel primo trimestre del 2015 e potrebbe intensificarsi nel corso dell’anno, anche in seguito all’avvio del programma di acquisto di titoli pubblici da parte dell’Eurosistema. Lo scorso anno la produzione e il fatturato delle imprese manifatturiere hanno registrato un lieve aumento (attorno al 2%, a prezzi costanti), favorito dalla domanda estera e da una ripresa, seppur moderata, dei consumi nazionali. Le esportazioni regionali, a prezzi correnti, sono aumentate del 2,7% (dell’1,2% nella provincia di Verona). La crescita è proseguita nel primo trimestre del 2015. Dopo il forte calo del biennio 2012-13, nel 2014 gli investimenti industriali delle imprese venete hanno ripreso ad aumentare (+5,8%), anche in seguito al miglioramento delle condizioni di offerta sul mercato creditizio. Per il 2015 le prospettive di investimento, pur positive, rimangono caute (previsione di crescita del 2,9%). Nel 2014 è invece proseguita la flessione dei livelli di attività nel settore delle costruzioni (-3,3%), penalizzato dall’elevato ammontare di immobili ancora invenduti e dai vincoli di bilancio degli enti territoriali che hanno contribuito a deprimere gli investimenti in opere pubbliche. Nel comparto dei servizi privati non finanziari il fatturato è aumentato dell’1,1% in termini reali, per il 2015 gli operatori prevedono un ulteriore, contenuto, aumento (0,8%). Nel commercio al dettaglio si è attenuata la riduzione delle vendite (-1,0 dal -2,2% del 2013), grazie al lieve progresso della spesa per consumi. I livelli di attività nel turismo sono lievemente cresciuti (presenze +0,5% nei primi nove mesi del 2014), così come la spesa dei viaggiatori stranieri (+1,3% nel 2014 da -5,8% nel 2013). In provincia di Verona l’aumento delle presenze turistiche è stato più sostenuto (+2,3%) e la spesa dei viaggiatori stranieri è aumentata del 6,8%, dopo il calo del 2013 (-10,1%). In Veneto le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate: l’occupazione è aumentata nella prima parte dell’anno e si è stabilizzata a partire dall’estate. Nella media dell’anno, i lavoratori sono aumentati dell’1,1% grazie alla crescita degli occupati a tempo parziale (+4,8%), mentre il numero di quelli a tempo pieno è aumentato debolmente (+0,3%). Nei primi tre mesi del 2015 le assunzioni a tempo indeterminato sono aumentate anche in seguito all’entrata in vigore degli incentivi fiscali e contributivi introdotti dalla legge di Stabilità per il 2015. Nel 2014 insieme all’occupazione è aumentato il numero delle persone disponibili a lavorare: il tasso di disoccupazione è quindi rimasto pressoché invariato al 7,5%. In provincia di Verona la crescita dell’occupazione è stata più pronunciata (4,5%) e il tasso di disoccupazione è calato al 4,9%, il valore minimo tra le provincie venete. La ripresa dell’occupazione dovrebbe riflettersi in un miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie venete, che nel corso della crisi sono sensibilmente peggiorate: tra il 2007 e il 2012 i redditi familiari si sono ridotti del 5% a prezzi costanti a causa del calo occupazionale e del contenimento delle retribuzioni in termini reali; il calo del reddito disponibile ha interessato specialmente le famiglie più giovani e con figli. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito, tradizionalmente contenuta nel confronto nazionale, è aumentata. Gli indicatori di povertà ed esclusione sociale, obiettivo della Strategia Europa 2020, sono peggiorati. Il calo dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie venete ha mostrato un’attenuazione (-1,0% alla fine del 2014 dal -2,7% di un anno prima), cui hanno contribuito la moderata ripresa della domanda di finanziamenti e la stabilizzazione delle condizioni di offerta di credito. La diminuzione dei finanziamenti alle imprese venete si è attenuata (-1,4% alla fine del 2014 dal -3,6% di fine 2013), in provincia di Verona si è arrestata (0,0% da -3,1% di fine 2013). Le condizioni di offerta sono migliorate, specialmente per le imprese non rischiose, con una diminuzione dei tassi d’interesse e un ampliamento della quantità di credito offerta, che dallo scorso autunno beneficia delle operazioni mirate di finanziamento a più lungo termine poste in atto dalla Banca Centrale Europea. Le condizioni di accesso al credito sono rimaste selettive in termini di rating e garanzie richieste, considerato che la rischiosità dei prestiti è rimasta elevata. Tra il 2013 e il 2014 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in essere è infatti passato dal 3,5 al 4,3%; nel settore delle costruzioni, che ha registrato un’intensa diminuzione dei finanziamenti, è aumentato dal 7% al 12%. In provincia di Verona il flusso di nuove sofferenze si è attestato sui livelli medi regionali. Nel complesso, in Veneto, le sofferenze e gli altri crediti deteriorati ammontano, rispettivamente, al 18 e 12% dei prestiti totali alle imprese. I prestiti alle famiglie consumatrici sono risultati stabili. I nuovi mutui per l’acquisto della casa sono aumentati per la prima volta dall’inizio della crisi (del 9,3% rispetto al 2013), favoriti dalla ripresa delle transazioni e dal calo dei tassi d’interesse. Dopo il calo dell’anno precedente il credito al consumo si è stabilizzato. La rischiosità del credito alle famiglie consumatrici è rimasta stabile e, alla fine del 2014, il flusso di nuove sofferenze si è attestato all’1,3% dei prestiti. Nel triennio 2011-13 l’azione delle Amministrazioni locali del Veneto ha continuato a risentire dei vincoli di bilancio che hanno penalizzato, in particolare, gli investimenti. Nel complesso la spesa è lievemente aumentata (0,9% in media all’anno), come nel resto del Paese, e continua a rimanere su livelli significativamente più bassi della media nazionale in termini pro capite. La spesa per investimenti si è contratta (-6,0% in media all’anno), seguendo una tendenza in atto dalla metà degli anni duemila. Secondo dati preliminari, la flessione degli investimenti sarebbe proseguita in maniera intensa anche nel 2014 (-8,0%). La spesa corrente ha mostrato una dinamica moderata (2,2%) che ha beneficiato del contenimento di quella per il personale. La dotazione organica degli enti territoriali del Veneto, misurata in rapporto alla popolazione, continua a essere inferiore a quella media nazionale, in particolare per i Comuni e le Province. Le imprese continuano a rilevare ritardi nei tempi di pagamento da parte delle Amministrazioni locali che sono comunque diminuiti negli anni più recenti, anche grazie ai provvedimenti legislativi che hanno disciplinato le scadenze contrattuali e stanziato risorse al fine di accelerarne il pagamento. Nel biennio 2013-14 sono stati resi disponibili agli enti territoriali del Veneto quasi due miliardi. Pressoché tutte le risorse disponibili sono già state utilizzate per pagamenti ai creditori (nella media nazionale i pagamenti ammontano all’86% delle risorse disponibili), per un importo corrispondente a 400 euro pro capite, il 25% in meno della media nazionale: il differenziale riflette il fatto che in Veneto l’entità dei debiti commerciali pregressi e i conseguenti ritardi nei pagamenti rappresentano un fenomeno meno rilevante che nel resto del Paese. In un contesto di minori risorse trasferite dallo Stato, le entrate tributarie sono cresciute in misura modesta, grazie a un contenuto utilizzo della leva fiscale da parte degli enti locali. Il carico fiscale dei residenti nei Comuni capoluogo di provincia del Veneto si è mantenuto inferiore alla media delle regioni a statuto ordinario per tutti i livelli di governo locale e per quasi tutti i principali tributi locali.