NUMERI A CONFRONTO SULLE ASSUNZIONI GENERANO ENTUSIASMI CHE LA REALTA’ RIDIMENSIONA.
La propaganda continua a farla da padrone in merito alle statistiche che il Ministero del lavoro periodicamente rende note per destare l’impressione che davvero esista quella ripresa che, purtroppo, la realtà dei fatti nega.
E così accade che l’agenzia Ansa il 10 luglio lanci la notizia “a sensazione” tratta dalla “nota flash” elaborata dal Ministero sull’andamento delle comunicazioni obbligatorie di assunzioni e cessazioni, titolando: “Jobs act: ministero, a maggio +185.000 contratti”, spiegando che questo sarebbe il saldo tra le assunzioni e cessazioni del mese di maggio.
Naturalmente, il lancio di agenzia non può fare a meno delle dichiarazioni roboanti del premier: “I dati di oggi sull’occupazione, la produzione industriale e la crescita – sottolinea il premier Matteo Renzi – sono ancora bassi rispetto a quello che possiamo fare ma più alti del recente passato. Questo perché quando si fanno le riforme le cose cambiano”.
Peccato che leggendo con attenzione l’elaborato del Ministero si scopra che i dati non sono poi così entusiasmanti, se si confronta, come sempre si deve, l’andamento del maggio 2015 con quello del 2014.
Dunque, nel 2015 si segnalano 934.238 comunicazioni di assunzioni a fronte di 749.551 cessazioni: il saldo che fa gridare di gioia è, dunque, positivo per 184,687 unità. Ma, come andarono le cose nel maggio 2014? Le Assunzioni furono 899.796 e le cessazioni 718.633, con un saldo anche allora positivo di 181.163. Maggio è ancora un mese di assunzioni per lavori stagionali ed è perfettamente evidente, ed acclarato dalle serie storiche delle comunicazioni obbligatorie, che vi sia un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni.
Se comunque, confrontiamo il saldo 2015 di 184.687 assunzioni, con quello 2014, di 181.163 unità, scopriamo che a un anno di distanza il numero di assunzioni in più è di appena 3.524 unità.
C’è da ricordare sempre, poi, che le comunicazioni obbligatorie riportano il numero dei rapporti di lavoro attivati, non il numero delle persone che hanno trovato lavoro, che potrebbe risultare notevolmente più basso, visto che una stessa persona può essere coinvolta in un medesimo periodo in più comunicazioni di assunzione e cessazione.
Il dato realmente positivo della statistica del Ministero è l’incremento percentuale delle assunzioni mediante contratto di lavoro a tempo indeterminato, che passa dal 14,9% del maggio 2014 al 19,2% del maggio 2015, trainato dalle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato che nel maggio 2015 sono state 30.325, rispetto alle 21.184 del maggio, 2014 con una crescita del 43,2%.
Ma, occorre ancora una volta segnalare che questo effetto è in larghissima parte da attribuire non al Jobs Act, bensì alla legge di stabilità 2015 che ha previsto sgravi fino a circa 8.000 euro annui per le assunzioni a tempo indeterminato.