COLDIRETTI RESPINGE LE SOLLECITAZIONI EUROPEE A FARE I FORMAGGI CON IL LATTE IN POLVERE
Il via libera alla polvere di latte farà sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane di cui 33 sono veneti ovviamente ottenuti secondo metodi inalterati nel tempo da generazioni. Lo dice Coldiretti che ha manifestato a Roma con gli allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro – sottolinea la Coldiretti – è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.
. Il danno – spiega il direttore di Coldiretti Veneto Pietro Piccioni – non è solo degli allevatori ma anche dei consumatori che si vedono “gabbati” davanti allo scaffale del fresco in supermercato acquistando confezioni di dubbia origine con immagini commerciali truccate. E’ una battaglia che accomuna tutti nel rispetto della trasparenza e legalità con cui i nostri produttori operano”.
Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato – sottolinea la Coldiretti – gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale – precisa la Coldiretti – che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse che detta la linea politica dell’Unione Europea.
Si vuole porre fine – precisa la Coldiretti – al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione casearia nazionale. Il superamento di questa norma – provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy.