QUALE INTEGRAZIONE POSSIBILE SE LA CONCEZIONE DELLA DONNA E’ COSI’ DIVERSA?
E’ facile dire integrazione e considerarla una parola che potrebbe risolvere le differenze culturali legate ai flussi migratori. In realtà si tratta di un problema complesso e di non facile soluzione. La presenza consistente di immigrati in Europa genera un fenomeno che si tende a definire panmixia ,dal greco πάν pan, “tutto”, e μῖξις mixis, da μιγνῦναι mignùnai, “mescolare”.E’ l’impatto di culture diverse la cui coesistenza spesso è occasione di conflitto. In tanti pensano che la collisione possa evitarsi con un processo di integrazione, che non è possibile se non attraverso un percorso di disintegrazione. Prendiamo in considerazione il contesto musulmano dove abitudini e comportamenti sono dettati da un credo religioso,dove la condizione della donna viene considerata accessoria al ruolo maschile. Una cultura religiosa con accentuazioni integraliste che si contrappone alla nostra cultura cristiana che esibiamo nel biglietto da visita ma che spesso profaniamo nei comportamenti. Qualche volta esibiamo accenti integralisti, tutti pronti a rivendicare il crocefisso alle pareti nelle aule e invocare il presepe nelle scuole. ma il massimo della protesta che riusciamo a mettere in atto è quella di cantare Tu scendi dalle stelle davanti ai cancelli. Il fatto è che noi siamo riusciti a laicizzare anche l’appartenenza religiosa. Non sono poi così lontani i tempi quando la chiesa entrava a gamba tesa nella politica italiana. Quando l’appartenenza o semplicemente il votare partito comunista era considerato peccato mortale. In questa Italia , che rimane pur sempre la sede della cristianità e del cattolicesimo nel mondo, anche i peccati , quando la loro diffusione è considerevole , rischiano di diventare virtù. Siamo un popolo a corruzione diffusa e consapevole, ma non mi pare che ci sia una inversione di tendenza verso la virtù, visto che di una particolare furbizia a volte se ne fa un vanto. I fatti di Colonia, l’aggressione alle donne ha messo in evidenza come la convivenza possa essere compromessa da una caratterizzazione culturale differente. Le donne musulmane vanno con il capo coperto e fino a non molto tempo fa le donne cattoliche venivano invitate a coprirsi il capo entrando in chiesa. La donna occidentale è scoperta e nei media si offre in pose decisamente sexy. Come si possono far coesistere differenze così profonde. Il rischio è di creare dei microcosmi interni al contesto che non riescono ad interagire per la diversità e di accentuare la preoccupazione per un credo religioso in nome del quale criminali terroristi compiono i loro eccidi. Oggi come non mai il problema si pone nella sua drammatica attualità. Non possiamo parlare di integrazione senza un percorso di disintegrazione mentre vanno ricercati i punti comuni per una contaminazione virtuosa.