UNA RICERCA DELL’UNIVERSITA’ DI VERONA IDENTIFICA UNA NUOVA CAUSA DI DANNO CEREBRALE NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
Svelata una nuova causa implicata nel danno cerebrale e nel deficit cognitivo nella malattia di Alzheimer che colpisce più di 35 milioni di persone nel mondo. Il lavoro intitolato “I neutrofili promuovono la patologia in corso di malattia di Alzheimer e il declino cognitivo attraverso l’integrina LFA-1″ è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista statunitense Nature Medicine, punto di riferimento internazionale sia per ricercatori di base che per medici specialisti.
La scoperta scientifica dell’ateneo scaligero fornisce un contributo fondamentale nella conoscenza della genesi dell’Alzheimer, gettando luce sul ruolo del sistema immunitario e dei neutrofili e identificando un nuovo potenziale approccio farmacologico nella malattia di Alzheimer rappresentato dell’integrina LFA-1. La ricerca veronese ha il potenziale di essere rapidamente trasferita in clinica considerando che la terapia anti-integrine è stata già testata in pazienti con malattie autoimmuni.
Lo studio è stato curato dal team diretto da Gabriela Constantin, docente di Patologia Generale del dipartimento di Patologia e Diagnostica diretto da Aldo Scarpa . Nello studio scaligero è stato dimostrato un ruolo inaspettato per le cellule del sistema immunitario, i globuli bianchi (chiamati anche leucociti), nell’induzione della patologia e del declino cognitivo in Alzheimer e ed è stata identificata una nuova potenziale terapia per trattare la malattia.
La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza. Si stima che nel 2030 circa 66 milioni di persone avranno l’Alzheimer e che nel 2050 ci saranno 115 milioni di pazienti con un notevole impatto sociale ed economico. La malattia ha una durata di 3-9 anni e al momento non esiste alcuna cura o terapia in grado di interferire con il suo decorso. La patologia in corso di Alzheimer è caratterizzata dalla presenza di depositi di materiale fibrillare formato da amiloide e proteina tau, perdita di neuroni e alterazione della funzione delle sinapsi dei neuroni che assieme portano a deficit cognitivo e demenza. Recentemente è stato suggerito un ruolo dell’infiammazione e del sistema immunitario nella patogenesi dell’Alzheimer, ma i processi infiammatori che promuovono il processo patologico in corso di questa malattia sono largamente sconosciuti.