INSEGNANTI ASINI TUTTI DIETRO LA LAVAGNA. IL MAESTRO RENZI SPIEGA LA “BUONA SCUOLA”
I problemi dell’immigrazione e della scuola sono collegati. L’Italia è un Paese che importa manodopera a basso costo ed esporta personale altamente qualificato, spesso scienziati stufi di essere umiliati e che brevetteranno all’estero. Giovani che i nostri insegnanti hanno contribuito a formare, nonostante tutto. Capiamo bene che, in questa prospettiva -portata avanti in pieno accordo da tutti gli ultimi governi- gli insegnanti sono un peso. Ai governi non interessa che contribuiscano a formare cittadini responsabili e professionalmente qualificati. Sono più utili i mass-media e per questo li hanno ridotti così: ricordate la TV degli anni sessanta? Anche la famiglia è sempre più ostacolata nella sua funzione educativa: ad esempio siamo l’unico Paese europeo a mantenere la pubblicità nei programmi per l’infanzia.
Alla piazzata propagandistica di Renzi, che invece di affrontare seriamente i problemi spreca tempo ed energia a ingannare l’opinione pubblica, non interessa certo la realtà ma la sua percezione collettiva .
La scuola italiana è da decenni abbandonata nel senso che i docenti (lo stesso accade ai medici e a molti altri impiegati pubblici) non sono incentivati (e quindi giudicati: premiati o puniti dunque) a fare meglio. Chi lo fa e ce ne sono tanti, è perchè ha una coscienza e dà il massimo, perchè è fatto così. Lo stipendio viene al secondo posto, ciò che li umilia è non essere riconosciuti in questa funzione e la loro unica gratificazione viene dai loro studenti (o dai loro pazienti, se medici). Gli altri fanno mediamente il loro dovere. Una piccola parte fa il meno possibile, qualcuno fa pochissimo.
La cattiveria dei governi (Renzi è un maestro) è far credere alla pubblica opinione che i primi non esistono e che è l’ultima categoria a prevalere.
18 o 24 ore di lezione alla settimana. L’insegnante serio si prepara sempre: almeno un’ora al giorno ma volendo può vivere di rendita sulle conoscenze acquisite e invece di spiegare fa leggere il libro in classe.
Quanto tempo ci vuole a correggere un compito? In media mezz’ora ognuno. Gran parte dei docenti delle scuole superiori ha come minimo 100/200 studenti (dalle 3 alle 6 classi ma alcuni anche 9). La maggioranza corregge 3 compiti a quadrimestre IN OGNI CLASSE: fate voi il conto orario settimanale e vi spaventerete.
Tutto questo è lavoro sommerso che solo in Trentino e in Alto Adige viene riconosciuto in busta paga. Quindi quei docenti che non hanno compiti da correggere o li correggono in fretta NON vengono valutati tanto quanto gli altri. Ma sono questi che la gente ha in mente quando parla di insegnanti e Renzi li rafforza in questo: la foresta che cresce non fa rumore.
Sono i conti della serva, perchè poi ci sono ore e ore di riunioni, gli esami a luglio eccetera.
Ultimo punto. Vogliamo giudicare seriamente gli insegnanti pubblici? Lo DEVE fare un comitato ESTERNO alla scuola con criteri oggettivi com’è negli Stati Uniti con il National Board for Professional Teaching Standards. Se lo fanno il Preside o altri docenti è chiaro che diventa tutta una manfrina all’italiana. Un fare finta.
Ma se poi si scopre che i docenti bravi sono molti (e lo sono) dovrebbero pagarli di più. Figurarsi. Questo Renzi lo sa benissimo. E non è questo che interessa. Interessa il fare finta e sfruttare i bravi per poi denigrarli.
Torniamo a rileggere le prime righe del pezzo: quella è la ragione.