FAME ZERO NEL MONDO CON LO 0,1 PER CENTO DEL PIL MONDIALE
Basterebbe lo 0.1% del Pil mondiale per debellare entro il 2030 la piaga della fame da ogni parte del Pianeta. A dichiararlo è la Fao, in occasione della pubblicazione del rapporto 2015 sullo “Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura”.
“I nuovi programmi di protezione sociale sono gli strumenti fondamentali a disposizione dei Governi nella lotta per sradicare la povertà estrema –ha detto il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva – e con 67 miliardi di dollari l’anno alle popolazioni più povere, noi porteremmo ogni abitante del pianeta sopra la soglia di povertà”. Una cifra da erogare secondo Da Silva in integrazioni di reddito, in parte fornita dai programmi di protezione sociale, in parte provenienti da investimenti mirati in agricoltura.
Oggi sono almeno 145 i Paesi che prevedono una o più forme di assistenza sociale, coprendo una popolazione di circa 2,1 miliardi di persone e riuscendo a mantenere sopra la soglia di povertà 150 milioni di persone. Tra i casi di successo lo Zambia, l’Etiopia, il Ghana e il Lesotho. Grazie a questo tipo di sovvenzioni, le comunità locali hanno aumentato a vario titolo i mezzi di produzione delle famiglie beneficiarie e il loro potere d’acquisto, con ricadute virtuose su tutta l’economia locale.
Ma i tassi di copertura sono ancora troppo bassi: solo un terzo delle persone più povere sono raggiunte da sovvenzioni economiche di questo tipo, raggiungendo situazioni drammatiche in Asia meridionale e nell’Africa sub-sahariana. “La protezione sociale è un investimento e non un costo”, ha sottolineato Da Silva. “Per raggiungere l’obiettivo “fame zero”, tutti i Paesi devono espandere questi programmi nelle zone rurali collegandoli alle politiche di crescita agricola inclusiva.”