DA TELETHON FONDI PER LA RICERCA ALL’UNIVERSITA’ DI VERONA.
Verona tra i sei centri di ricerca veneti finanziati da Telethon
Telethon premia la ricerca veronese. L’università di Verona è tra i sei centri di ricerca veneti che saranno finanziati dalla fondazione complessivamente con 1.480.000 euro. Lo scopo del progetto dell’ateneo scaligero è di migliorare le conoscenze e individuare nuove opportunità terapeutiche per l’atrofia girata, una grave malattia metabolica la cui patogenesi è ancora in gran parte sconosciuta. A seguire lo studio sarà Barbara Cellini ricercatrice di Biochimica del dipartimento di Scienze della vita e della riproduzione diretto da Pier Franco Pignatti in collaborazione con Leonardo Salviati del dipartimento di Salute della donna e del bambino di Padova.
Grazie a un rigoroso processo di valutazione, sono stati selezionati 33 progetti tra i 273 presentati da ricercatori provenienti da tutta Italia. I progetti finanziati mirano a indagare cause, meccanismi e possibili strategie terapeutiche per 49 diverse malattie genetiche rare. La valutazione dei progetti è affidata alla Commissione medico-scientifica, composta da 32 scienziati provenienti da diversi Paesi nel mondo che si avvalgono, a garanzia di una maggiore efficacia nella valutazione, anche di revisori esterni. Quest’anno i revisori coinvolti sono stati 305 provenienti da 24 diverse nazioni. “Tutti i nostri sforzi sono finalizzati a selezionare la ricerca migliore – spiega Lucia Monaco, direttore scientifico di Fondazione Telethon – Negli anni abbiamo messo a punto un metodo molto selettivo che ha come modello quello dei National Institutes of Health statunitensi e che minimizza il rischio di conflitto di interesse. Oltre a prevedere una valutazione preliminare da parte di peer reviewers, ovvero revisori selezionati tra i massimi esperti al mondo, abbiamo formato una squadra di research program manager che hanno il compito di scegliere i revisori, evitando che sia la stessa Commissione a farlo. Questo riduce ulteriormente la possibilità di conflitti di interesse e mette la Commissione nelle condizioni di lavorare al meglio. La discussione plenaria di tutti i finalisti rende poi ancora più approfondita e trasparente la selezione.”